LUOGHI ISTITUZIONALI – LA MENTE GRUPPALE NELLA DIAGNOSI E NELLA CURA DEGLI ADOLESCENTI DIFFICILI

di Cristiano Curto, Simona Trillo. Annunziata Bartolomei, Aaron N. Henrich, Rita Potena

 

RIASSUNTO

Ripercorrendo sinteticamente alcuni passaggi storici e concettuali l’Autrice cerca di evidenziare un’innata oscillazione dell’uomo fra la ricerca di riferimenti «oggettivi» e saldi, per una naturale necessità di stabilità della conoscenza, e la necessità di permanere in uno stato di relatività del sapere. L’approccio al sapere è orientato da uno dei due poli della tensione e questa dinamica è propria anche del processo diagnostico. Riconoscere e utilizzare il doppio movimento (conservativo/trasformativo) che caratterizza la psiche e gli aspetti propri delle relazioni umane è utile non solo ai fini di un buon uso dello strumento diagnostico, ma anche rispetto alla funzione soggettiva e soggettivante del terapeuta. La capacità di integrare il proprio sapere con l’esperienza dell’altro attraverso un raffinato lavoro sul transfert e controtransfer favorisce quel lavoro comune di riconoscimento e significazione indispensabile per promuovere il processo di soggettivazione del paziente.

Parole chiave: Sapere; integrare; soggettivazione.

SUMMARY

With regards to adolescence: psychoanalysis or self-analysis? The Author, starting from a meta-psychological review of the concepts of Self and Individuation, proposes both a diagnostic-prognostic model and a therapeutic technique for the clinical work with adolescents. This technique is based on the analysis of the Self and it shouldn’t involve the risk of promoting dangerous regressions and traumatic drop-outs.
The model proposed in this paper is based on mirroring and reciprocal identification between patient and therapist, where the latter is considered as a new object, and therefore there is no encouragement of transference and transference interpretations.

Keywords: Adolescence; diagnosis, psychoanalytic technique, Self, individuation.

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