PENSARE IN GRUPPO, PENSARE CON L’ALTRO ESPERIENZE DI GRUPPO CON ADOLESCENTI DEVIANTI

 

 

Di Cosimo Maurizio Gentile, Maria Antonietta Diana

 

RIASSUNTO

Gli Autori raccontano di un’esperienza gruppale che ha coinvolto alcuni dei tanti ragazzi «smarriti» che hanno incontrato nel corso del loro impegno professionale sviluppatosi in «zone di confine» fra psicoterapia, Scuola, Giustizia Minorile e Territorio. Adolescenti la cui costruzione di Identità è stata resa particolarmente difficile dagli eventi traumatici delle loro storie relazionali, deprivate di spazi mentali di ascolto e di accoglienza, spesso segnate dalla fuga illusoria da realtà vissute come intollerabilmente soffocanti. Storie ferite, frammentate, che hanno alimentato insicurezze e fragilità, dipendenza, disorientamento e sfiducia. Secondo gli Autori, questi adolescenti mostrano con particolare evidenza un «dolore» nello sviluppo della capacità di pensare e di prendere se stessi come «oggetto» di pensiero. La partecipazione al Gruppo ha consentito loro di incontrare un «contenitore», adeguatamente stabile e sufficientemente buono, dove poter fare esperienza di riscoprire un Sé autonomo in un contesto di Legame affettivo multiplo. Vivere insieme il dolore, condividere esperienze emotive, sentire «insieme» all’altro quello che l’altro prova, giocare con il linguaggio e potersi narrare: tutto ciò, forse, significa «pensare in gruppo» per un adolescente.

Parole chiave: Adolescenti devianti; relazione contenitore-contenuto; apparato per pensare; koinodinia.

SUMMARY

Group thinking, thinking with the other. Group experiences with deviant adolescents. The Authors write about a group experience involving some of the so many «lost» youngsters they have met, in their work in «border areas», between psychotherapy, school, juvenile justice and territory. They are adolescents whose identity construction has been made particularly hard because of traumatic occurrences in their relationships, characterised by a lack of mental spaces for listening and caring, often marked by the illusory escape from utterly choking situations. Wounded, fragmented stories fuelling uncertanties, fragilities, dependence, disorientation and distrust. The Authors believe such adolescents underline the presence of some «pain» regarding their capacity to think and have themselves as the «object» of thoughts. Partecipation into the Group has given them a chance to find an adequately steady and sufficiently good «container» where an autonomous self can be experienced in an affective multiple link context. Living pain together, sharing emotional experiences, feeling «with» the other what he is feeling, playing language games and have the opportunity to tell one’s own stories: perhaps, all that means «group thinking», in an adolescent’s perspective.

Key words: Defiant adolescents, container-contained relationship, thinking apparatus, koinodinia.

5,00 

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