Corso di Alta Formazione CAF sui Disturbi del Comportamento Alimentare in età evolutiva – Prima edizione (2021/2022), Seconda edizione (2022/2023), Terza edizione (2023/24)

Dal 2021 l’ARPAd partecipa al Corso di Alta Formazione sui disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva, promosso dal Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dell’Università La Sapienza di Roma.

Il corso è ormai giunto alla terza edizione e ha visto l’ampia partecipazione di studenti, giovani laureati, specializzandi e operatori nel campo dei DCA.

Ciascun corso CAF ha una durata di 10 mesi e l’attività formativa è pari a 292 ore complessive.

I docenti ARPAd offrono la loro specifica competenza nell’ambito dell’adolescenza e della giovane adultità affinché gli allievi possano acquisire oltre che concetti teorico-clinici anche strumenti operativi per la valutazione diagnostica e gli interventi terapeutici. Nelle esercitazioni interattive, curate da docenti ARPAd, sono stati proposti alcuni casi clinici da discutere in gruppo per meglio comprendere la complessità del rapporto psiche-soma in adolescenza, il ruolo dei processi identificatori, delle esperienze traumatiche, della ridefinizione dell’immagine corporea e delle influenze culturali e sociali sulle forme di espressione di questo disagio.

Un particolare ringraziamento va a tutti i docenti ARPAd che si sono spesi in questo progetto: Paola Carbone, Elisa Casini, Savina Cordiale, Anna Maria Dalba, Maria Antonietta Fenu, Giorgio Fugazza, Maria Grasso, Jona Kozdine, Stefania Muscetta, Maria Francesca Natali, Maria Chiara Pandolfo, Simone Pilia, Domenico Scaringi, Giusy Spagna, Maria Katiuscia Zerbi.

Abbiamo pensato di porre ad alcuni di loro tre domande per raccontarci qualcosa di questa interessante esperienza.

  • L’ ARPAd collabora con La Sapienza nella realizzazione del CAF sui DCA in età evolutiva. Che ne pensa di questo progetto?

Risponde Paola Carbone, psichiatra, psicoanalista, socio ordinario e direttore della Scuola di specializzazione ARPAd in ‘Psicoterapia psicoanalitica dell’adolescente e del giovane adulto’, già professore associato presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, ‘La Sapienza’, Roma.

Riflettendo sulla mia duplice esperienza didattica – quella universitaria e quella di docente nella Scuola di specializzazione ARPAd – direi che l’insegnamento accademico deve confrontarsi con una cornice (struttura dell’aula, scelta degli orari, numero elevato e partecipazione variabile degli studenti, …) che rende più difficile una comunicazione autentica docente-discente. In ambedue i casi è in gioco una importante trasmissione di ‘sapere’, ma mentre a livello universitario il sapere coincide con la trasmissione di una gamma di nozioni vasta e aggiornata, nell’incontro didattico con un piccolo gruppo di allievi (come il CAF) entra in gioco il ‘sapore’ delle nozioni (il loro tono affettivo, le loro radici cromatiche…) e questo apre alla possibilità di avvicinare ‘la clinica’ senza rinunciare alla sua complessità, ovvero tenendo insieme ciò che sappiamo e ciò che sentiamo.

  • In questo CAF i partecipanti possono confrontarsi con clinici esperti sul tema dei DCA, una forma di disagio che si manifesta soprattutto in adolescenza. Che significa occuparsi di un DCA in adolescenza?

Risponde Maria Antonietta Fenu, psicologo-psicoterapeuta specializzata in psicoterapia della Infanzia, della Adolescenza, della coppia e della famiglia.  E’ fondatrice della Associazione SIPsIA.  Ha lavorato presso L’istituto di Neuropsichiatria Infantile di Roma a fianco del Professor Adriano Giannotti e del Professor Arnaldo Novelletto e poi nei servizi pubblici territoriali come Psicologo Dirigente, Responsabile della Accoglienza in vari CSM della RMA. Nel 2000 ha fondato il centro di Consultazione Psicologica “Colpo d’Ala” dedicato agli adolescenti e poi confluito nell’ Area Est di Prevenzione, della ASL Roma A.  Da oltre 25 anni e’ docente del Corso di Specializzazione ARPAd dove cura in particolare l’insegnamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare. E’ autrice del saggio sui DCA per il volume Adolescenze, curato dalle Prof.sse Paola Carbone e Silvia Cimino.

Occuparsi dei DCA in adolescenza, in qualità di esperti nell’area, offre l’opportunità  di intercettare correttamente una patologia grave sin dalla delicatissima fase del suo insorgere.

Grazie allo sguardo preparato e grazie alla capacità di lettura dei minimi segnali, anche nei casi di Anoressia Subliminale, la competenza nel DCA induce a dialogare con l’adolescente del suo disagio senza commettere gli errori che di solito lo mettono in fuga, compromettendo un successivo percorso psicoterapeutico.

La preparazione professionale nella Anoressia e nella Bulimia, ovvero nelle svariate manifestazioni annesse, consente di gestire ogni incontro clinico con l’avvedutezza e la sicurezza necessaria. Sarà di conseguenza possibile predisporre un piano di intervento altamente personalizzato, in pieno accordo con i familiari e con altri operatori coinvolti, che si rivelerà risolutivo per la salute mentale e fisica dell’adolescente in difficoltà.

Essere esperti DCA consentirà in concreto di scongiurare le cronicizzazioni e i ricoveri, troppo spesso necessari per il rischio di morte che solitamente affiora nell’aggravamento.

  • Il CAF è stato condotto da docenti ARPAd che hanno incontrato studenti, giovani laureati, specializzandi e operatori nel campo dei DCA. Può dirci qualcosa su questa esperienza?

Risponde Elisa Casini: psicologa, psicoanalista SPI-IPA, socia ordinaria ARPAd, Dottore di ricerca presso l’Università “Sapienza” di Roma.

Fin dalla prima edizione del CAF 2021, i docenti ARPAd hanno partecipato con curiosità ed entusiasmo a questa esperienza, contribuendo al suo progressivo sviluppo secondo le esigenze degli allievi che abbiamo incontrato.

Il corso ha visto un’ampia partecipazione che ci ha permesso di confrontarci sia con operatori esperti che con giovani studenti interessati al tema dei DCA. Ho trovato molto stimolante proprio la possibilità di dialogo con gli allievi più giovani, per riscoprire quei concetti della psicoanalisi dell’adolescenza che spesso tra gli ‘addetti ai lavori’ diamo per acquisiti. Riflettere su questi concetti, tradurli in modo semplice e comprensibile, così come interrogarsi sulle tante sfumature dell’adolescenza e del comportamento alimentare, mi sembrano operazioni molto utili per noi specialisti per non chiuderci nell’ambito esclusivo della sofferenza psicopatologia e riscoprire nel vivo dell’esperienza quello che pensavamo di sapere già.

 

Skip to content